martedì 18 settembre 2018

antonia pozzi, poesie

Sgelo

Del bianco urlo fu colma
la valle.
Trafugò l'inverno
nelle segrete grotte il suo morto,
a rosse torcie,
a vive braccia umane protese.
Forse una chiesa di ghiacci azzurri
l'accolse,
d'eterno sonno illuso
s'adagiò nel pallore delle volte
il perduto.
Ma già dai valichi nasce il volo
primaverile sulla neve,
alle profonde soglie il torrente
gonfio preme
coi soffi della terra.
Cupo ascolta l'inverno
nella tomba
crescere echi di lontani crolli:
il fumo delle torcie sfiorerà
tra breve
gli occhi sepolti.
10 maggio 1935

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