martedì 18 settembre 2018

audio e giudizio


Eccomi entrare in un bar ove sono solito consumare caffè e pasta, solitamente dopo la lettura delle assurdità quotidiane nei maggiori quotidiani disponibili gratuitamente in biblioteca (ricordo a tutti come il sottoscritto battesse le biblioteche già a dodici anni discutendo di filosofia con l'amichetto compagno di classe); a proposito avete mai disposto le vostre letture dei quotidiani in biblioteca? E' da farsi. Pensateci magari se avete la biblioteca poco distante dal vostro politico domicilio.
E dunque, dicevo, eccomi entrare nel bar con le cuffie e lo sguardo chiaro e piano ai dolci quotidiani in offerta. Cosa c'è di strano? Il barista giovincello - si tratta di un esercizio a conduzione familiare (ma le condotte, come le condutture, possono facilmente guastarsi) - chiede il contenuto audio previo riscontro del mio interesse e subito afferma con sicurezza "ascolti le partite di calcio?" . Ora il giovincello già ha avuto diverse occasioni per saggiare quale genere di persona io sia - vedi i commenti critici sempre espressi durante la lettura dei quotidiani nel di lui locale tra un sorso di caffè ed un morso al diplomatico di turno; ma evidentemente per causale convergenza d'ingegno o volontà o per impatto di quieta disperazione o semplicemente per compatta abitudine - ecco ch'erra in sommità di proposito e giudizio.
Così, dopo averlo inquadrato o forse squadrato senz'altro proferire, riferisco l'oggetto del flusso audio che interessa per primo il mio intelletto e per secondo il propriamente definito canale uditivo: "Sto ascoltando la peste di Albert Camus, uno scrittore francese". E subito reprimo gli improperi pur dovuti. Perché un matematico come me non può uscire dalla biblioteca ascoltando partite di calcio. Ma forse tutto questo inciso non può incidere che la crema pasticcera quivi già contestualmente presente - e non già la dura pietra di certuni per figurazione.

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