Continuo la citazione di Alan Watts. Seguirà critica interlineare. Quello che segue è taoismo classico, con citazione dai testi di riferimento pure essi classici. Leggere e meditare, con occhio critico ovviamente; il taoismo non è esercizio passivo dell'intelletto.
"Il Tao. "Il Tao è quello da cui non si può deviare; quello da cui si può deviare non è il
Tao” Questa frase, tratta dal Chung Yung (dottrina del mezzo), fa pensare che non vi è
analogia tra il Tao e le idee occidentali di Dio, e della legge divina o naturale, alla
quale si può obbedire o disobbedire. Le persone cercano di forzare i problemi
soltanto quando non si rendono conto che ciò non può essere fatto – che non vi è
modo di deviare dalla corrente della natura. Noi potremmo forse immaginare di
essere al di fuori, o separati, dal Tao e perciò in grado di seguirlo o meno; ma
proprio questa immaginazione è essa stessa nella corrente, poiché per essa non vi
è altra via che non la Via. Per amore o per forza noi siamo questa cosa ed andiamo con essa.
Tao è soltanto un nome per quello che avviene o, come lo esprime Lao-tzu:
“Il Tao di cui si può parlare non è l’eterno Tao”.
Traduttori diversi lo hanno chiamato Via, Ragione, Provvidenza, Logos, e persino
Dio, anche se la parola deve essere intesa nel suo senso più lato. Tuttavia, bisogna
che sia chiaro fin dal principio che il Tao non deve essere inteso come “Dio” nel
senso del governante, del monarca, del comandante, architetto, e fattore
dell’universo. L’immagine del signore supremo militare e politico, o quella di un
creatore esterno alla natura, non ha alcuno spazio nell’idea del Tao.
Eppure il Tao è la più certa ed ultima realtà ed energia dell’universo,
il terreno dell’essere e del non-essere.
Il Tao possiede realtà e prove, ma non azione e non forma. Esso può essere trasmesso
ma non può essere ricevuto. Può essere ottenuto ma non può essere visto. Esso esiste in
sé e per sé. Esisteva prima del cielo e della terra, ed invero da tutta l’eternità. Esso fa sì
che gli dei siano divini e che la terra sia stata prodotta. Esso è sopra lo zenith, ma non è
in alto. È al di sotto del nadir ma non è in basso. Sebbene antecedente al cielo e alla
terra, non è antico. Sebbene più vecchio di quanto c’è di più antico, non è vecchio.(Chuang-tzu)
L’immagine associata al Tao è materna, non paterna. C'era qualcosa di caotico e perfetto
prima che il cielo e la terra nascessero. Silenziosa, vuota, sta da sola e non cambia.
Gira intorno instancabile. Si può considerare la madre dell'universo.
Io non conosco il suo nome, ma la chiamo Tao. (Lao-tzu)
Lungi dall’essere l’agente attivo, il soggetto del verbo, il fattore e il creatore delle
cose. “il Tao non fa nulla, ma nulla è lasciato non-fatto” Esso ha il potere della
passività per il quale sono sempre state famose le donne.
Chi conosce il (suo lato) maschile ma conserva il (suo lato) femminile
Diventa l’impluvio del mondo. Essendo l’impluvio del mondo,
la virtù non lo abbandona mai; ritorna allo stato di infante.
Chi conosce il bianco ma si attiene al nero (diventa) il modello del mondo.
Essendo il modello del mondo, la virtù non gli difetta mai; ritorna all’illimitato... (Lao-tzu)
Perciò il Tao è il corso, la corrente, il lasciarsi andare, o il processo della natura,
ed io lo chiamo la Via dell’acqua che scorre perché sia Lao-tzu che Chuang-tzu
usano come metafora principale di questo lo scorrere dell’acqua. Il Tao non può
essere definito a parole e non è né un’idea né un concetto. Tuttavia, come dice
Chuang-tzu, “Può essere raggiunto ma non può essere visto”, o, in altre parole,
sentito ma non concepito, intuito ma non categorizzato, divinato ma non
spiegato. Il gioco della scienza e della filosofia occidentale consiste nell’intrappolare
l’universo nella rete delle parole e dei numeri, cosicché c’è sempre la tentazione di
confondere le parti, o le leggi, della grammatica e della matematica, con le reali
operazioni della natura... I nostri pensieri – anche se è inteso che lo facciano –
non rappresentano necessariamente alberi e rocce. I pensieri crescono nel
cervello come l’erba nei prati... Anche se il pensiero è nella natura, non dobbiamo
far confusione tra le regole del gioco del pensiero ed i modelli della natura.
Ciò che noi traduciamo “natura”, per i taoisti è tzu-jan e sta a significare
“spontaneo”, ciò che è così di per sé.
Sedendo quietamente, senza far nulla,
viene la primavera e l’erba cresce da sé. Sincronicità.
Nella visione taoista, ogni cosa-evento è ciò che è soltanto in relazione con tutti
gli altri. La terra, ed ogni più piccola cosa su di essa, inevitabilmente va col sole,
la luna, le stelle. Ha bisogno di essi proprio come ha bisogno dei propri elementi,
dei quali consiste. Al contrario, il sole non avrebbe luce senza gli occhi, e neppure
“esisterebbe” l’universo senza la coscienza e viceversa. È questo il principio del
“reciproco nascere” (hsiang sheng) che viene spiegato nel II capitolo del Tao Te
Chinh. Il principio è che se ogni cosa è lasciata andare secondo la propria strada,
l’armonia dell’universo verrà stabilita, per il fatto che ogni processo del mondo
può “fare la sua propria cosa” soltanto in relazione con tutte le altre.
L’individualità è inseparabile dalla comunità.
In altre parole l’ordine della natura non è un ordine forzato; non è il risultato di
leggi e comandamenti il cui esistere è costretto ad obbedire attraverso la violenza
esterna, poiché nella visione taoista non esiste un mondo rigidamente esterno. Il7
mio interno sorge reciprocamente al mio esterno, e sebbene queste due cose
possano differire non possono essere separate.
Perciò la “propria strada” di ogni cosa è la “propria strada” dell’universo, del Tao.
A causa della mutua interdipendenza di tutti gli esseri, essi si armonizzeranno se
lasciati soli e non forzati. E questa armonia emergerà da sé “tzu-jan”, senza
forzature esterne... Al di fuori del mondo umano, l’ordine della natura va avanti
senza consultare libri – ma la nostra umana paura è che il Tao che non può essere
descritto, l’ordine che non può essere messo dentro i libri, sia il caos.
Se il Tao significa l’ordine ed il corso della natura, la domanda è, allora, quale
genere di ordine? Lao-tzu usa il termine “hun” – oscuro, caotico, turgido – per lo
stato del Tao. Questa oscurità è da intendere con quello che è profondo, oscuro,
misterioso antecedente ad ogni distinzione tra ordine e disordine – cioè, prima di
ogni classificazione e nomenclatura delle forme del mondo.
Il Tao di cui si può parlare non è l'eterno Tao;
il nome che può essere nominato non è l'eterno nome.
"Non-essere" è il nome che diamo all'origine del cielo e della terra,
"essere" è il nome che diamo alla madre di tutte le creature.
Quindi: Di ciò che sempre non è ora vedremo i portenti, di ciò che sempre è
ora vedremo i confini. Pur avendo nomi differenti, i due hanno origine comune.
Ciò che hanno in comune, lo chiamo "oscuro",
oscuro e ancora più oscuro, la porta di tutti i portenti.
Il caos di hsüian (oscuro) è la natura del mondo prima che ogni distinzione fosse
stata contrassegnata e chiamata per nome.
In Chuang-tzu troviamo: Quando l’acqua è calma, è come uno specchio che riflette la barba e le sopracciglia. Dà la precisione del livello dell’acqua, ed il filosofo ne fa il suo modello. E se perciò l’acqua deriva la sua lucentezza dalla calma, quanto ancor più le facoltà della mente? La mente
del Saggio stando in riposo diviene lo specchio dell’universo, il riflesso di tutto il creato.
Il Tao è lo scorrevole corso della natura e dell’universo; “li” è il suo principio di
ordine che possiamo tradurre nel miglior modo come “modello organico”, e
l’acqua è la sua eloquente metafora. La ragione per cui il Tao e i suoi modelli ci
sfuggono è il fatto che essi sono noi stessi e noi siamo.
Come una lama che taglia ma non può tagliare se stessa; Come un occhio che vede ma non può vedere se stesso. (dallo Zenrin Kushu) Guardando il nucleo dell’atomo noi cambiamo il suo comportamento, e nel nostro osservare le galassie esse ci sfuggono – e nel cercare di rappresentare il cervello,
l’ostacolo consiste nel fatto che noi non possediamo strumento più raffinato del
cervello stesso. Il maggiore ostacolo alla conoscenza oggettiva sta proprio nella
nostra presenza soggettiva. Non c’è niente per essa, allora, ma soltanto il
confidare nel Tao ed andare con esso come sorgente e terreno nel nostro proprio
essere che “può” essere raggiunto ma non visto. Il Tao non è considerato come il padrone e il creatore del nostro universo organico. Esso può forse regnare ma non governa. È il modello delle cose ma non
una legge imposta. Perciò leggiamo nel libro Han Fei Tzu (III secolo a.C.)
Il Tao è quella cosa per cui tutte le cose sono così, e con la quale tutti i principi
concordano. I principi (li) sono i segni (wen) delle cose completate. Il Tao è quella cosa
per cui tutte le cose divengono complete. Perciò si dice che il Tao è quella cosa che dà i
principi. Quando le cose hanno i loro principi, l’una cosa non può essere l’altra... Tutte le
cose hanno il loro proprio differente principio, mentre il Tao porta i principi di tutte le
cose ad un unico accordo. Perciò esso può essere tanto una cosa che l’altra, e non una
cosa soltanto. Se ogni cosa segue il proprio li essa si armonizzerà con tutte le altre cose che
seguono i loro, ma non a causa di una regola imposta, ma per una mutua
risonanza (ying) ed interdipendenza. Vedere come un tutto l’universo, costituisce un’armonia o simbiosi di modelli che non possono esistere gli uni senza gli altri. Tuttavia quando esso viene esaminato
parte per parte troviamo il conflitto. Il mondo biologico è una società che si
divora reciprocamente in cui ogni specie è preda di un’altra... Per questa ragione
ognuno che si propone di governare il mondo mette tutto, e specialmente se
stesso, in pericolo. Quelli che vorrebbero prendere il mondo e governarlo
Io vedo che non possono afferrarlo; perché il mondo è un recipiente spirituale
e non può essere forzato. Chiunque lo forza lo guasta. Chiunque lo afferra lo perde.
Proprio come ogni punto della superficie di una sfera può essere considerato
come il centro della superficie, allo stesso modo ogni organo del corpo ed ogni
essere del cosmo può essere visto come il suo centro e il suo governante. È simile
al principio Hindu-Buddhista del karma – cioè che ogni cosa che accade a te è
una tua propria azione o fatto. Perciò in molti stati dell’esperienza mistica o della
coscienza cosmica la differenza tra quello che tu fai e quello che ti accade, il
volontario e l’involontario, sembra scomparire. Questa sensazione può essere9
interpretata nel senso che ogni cosa è volontaria – che tutto l’universo è una tua
azione ed un tuo desiderio. Non c’è governante e niente è governato. Quello che avviene accade
semplicemente di per sé (tzu-jan) senza spingere o tirare, poiché ogni spingere è
anche un tirare ed ogni tirare è uno spingere, come nell’uso del volante. Questo è
il principio del “reciproco nascere” hsiang sheng. Come l’universo produce la
nostra coscienza, la nostra coscienza riflette l’universo; e questa realizzazione
trascende e chiude il dibattito tra materialisti ed idealisti (o spiritualisti),
deterministi e volontaristi, che rappresentano lo yin e lo yang dell’opinione
filosofica. Molti potrebbero obiettare che questa visione dell’universo abroga la legge
fondamentale di causa ed effetto ma, la nozione di causalità è semplicemente un
modo incompleto di mettere insieme le varie tappe di un avvenimento che noi
vediamo distinto e separato. In realtà, un solo singolo avvenimento è l’universo
stesso. Li, non la causalità è la spiegazione razionale del mondo.
La conoscenza degli antichi era perfetta. Quanto perfetta? Innanzitutto, essi non
sapevano che c’erano le cose. Questa è la conoscenza più perfetta; non si può
aggiungere altro. Poi essi sapevano che c’erano le cose, ma non facevano ancora
distinzioni tra di esse. Alla fine, essi fecero delle distinzioni tra di esse, ma non
elaborarono ancora giudizi su di esse. Quando i giudizi furono elaborati, il Tao fu
distrutto. E ancora: L’universo arrivò ad essere insieme con noi; con noi, tutte le cose sono una.3
Concepire il Tao come energia inconscia è tanto fuori strada quanto il concepirlo
come un governante in persona (o Dio). Il Tao è semplicemente inconcepibile.
Tuttavia, se il Tao è inconcepibile, a che serve avere la parola e non dire niente su
di esso? Semplicemente perché noi sappiamo intuitivamente che esiste una
dimensione di noi stessi e della natura che ci sfugge poiché è troppo ristretta,
troppo generale e troppo onnicomprensiva per essere distinta come oggetto
particolare. Questa dimensione costituisce il terreno per tutte le forme ed
esperienze stupefacenti delle quali noi siamo coscienti. Poiché siamo coscienti,
ciò non può essere inconscio, sebbene noi non siamo consci di ciò – come di una
cosa esterna. Il bambino guarda le cose tutto il giorno senza essere strabico e sgranare gli occhi; ciò
avviene perché i suoi occhi non si focalizzano su nessun oggetto in particolare. Egli va
senza sapere dove sta andando, e si ferma senza sapere quel che sta facendo. Egli si
immerge in quanto lo circonda e va insieme con esso. Questi sono i principi dell’igiene
mentale.
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sabato 7 settembre 2013
giovedì 5 settembre 2013
appunti di taoismo (parte prima)
Estratto da "Alan Watts, la via dell'acqua che scorre (Tao e Zen) - il significato della felicità"
Seguirà critica interlineare del sottoscritto. Iniziate la lettura critica e se vi gusta,proseguite. In caso contrario, archiviate. Anche questo è taoismo.
La polarità Yin-Yang
È proprio nelle radici del pensare e del sentire dei cinesi, che risiede il principio
della polarità, principio che non si deve confondere con le idee di opposizione o di
conflitto. (Per un cinese sarebbe incomprensibile pensare che le polarità di
opposti siano tra loro in opposizione) Le diverse polarità della vita sono aspetti
differenti di uno stesso sistema, e lo scomparire di uno dei due significherebbe lo
scomparire dello stesso sistema.
Gli idealisti (nel senso morale del termine) considerano l’universo come qualcosa
di differente e separato da se stessi – cioè un sistema di oggetti esterni che hanno
bisogno di essere soggiogati. I taoisti, invece, vedono l’universo in quanto stessa
cosa, o inseparabile da se stessi – ed è per questo che Lao-tzu può dire:
Senza uscire dalla porta
conoscere il mondo.
Senza spiare dalla finestra
vedere la via del cielo.
Più lontano si va,
meno si sa.
Perciò il saggio non viaggia, eppure sa;
non guarda, eppure comprende;
non fa, eppure compie.
Da questo punto di vista, la tecnologia è distruttiva soltanto nelle mani di coloro
che non si rendono conto che essi sono l’unico e lo stesso processo dell’universo.
La nostra super-specializzazione nell’attenzione cosciente ed il nostro pensiero
lineare ha lasciato nell’abbandono, o nell’ignoranza, i principi fondamentali ed i
ritmi di questo processo, il cui principale è la polarità.
In cinese i due poli dell’energia cosmica sono yang (positivo) e yin (negativo) ed i
loro segni convenzionali sono rispettivamente una linea continua e una spezzata.
Gli ideogrammi indicano le parti al sole e all’ombra di una collina. Tra i due poli
vi è una relazione reciproca di inseparabilità.
Chi conosce il (suo lato) maschile
Ma conserva il (suo lato) femminile2
Diventa l’impluvio del mondo.
Essendo l’impluvio del mondo,
la virtù non lo abbandona mai;
ritorna allo stato di infante.
Chi conosce il bianco
Ma si attiene al nero
Diventa il modello del mondo.
Essendo il modello del mondo,
la virtù non gli difetta mai;
ritorna all’illimitato...
Tutti sanno che il bello è bello, e da ciò conoscono il brutto;
tutti sanno che il buono è buono, e da ciò conoscono il non buono; perché
Essere e non-essere si generano l’un l’altro,
difficile e facile si completano l’un l’altro,
lungo e corto si confrontano l’un l’altro,
alto e basso si convertono l’uno nell’altro,
suono e voce si armonizzano l’un l’altro,
prima e dopo si seguono l’un l’altro.
Perciò il saggio si attiene alla pratica del non-fare ed esercita un insegnamento senza
parole. Tutte le cose nascono, ed egli non le rifiuta; vivono, ed egli non se ne
appropria; esistono, ma non vi fa affidamento. Nell’opera compiuta non dimora.
E appunto perché non vi dimora,
non ne viene mai mandato via.
Essi sono perciò come le differenti, ma inseparabili, facce di una medaglia, i poli
di un magnete, la pulsazione e l’intervallo in ogni vibrazione. Essi sono assai più
come due amanti abbracciati che non due contendenti in lotta. Tuttavia è difficile,
nella nostra logica, vedere che l’essere e il non-essere sono reciprocamente
generativi e reciprocamente di sostegno, perché questo costituisce il grande ed
immaginario terrore dell’uomo occidentale che il niente sarà la fine permanente
dell’universo. Non afferriamo facilmente il fatto che il vuoto è creativo, e che
l’essere viene dal non-essere come il suono dal silenzio e la luce dallo spazio.
Questo spazio non è il “niente” come noi comunemente diciamo, poiché io non
posso sfuggire dal senso che lo spazio e la mia consapevolezza dell’universo siamo
la stessa cosa, e richiamo alla mente le parole del patriarca Ch’an (Zen) Hui-neng.
La capacità della mente è ampia e vasta, come l’ampio cielo. Non startene a sedere con
la mente fissa sulla vacuità. Se lo fai tu cadrai in un neutro genere di vuoto. La vacuità
include il sole, la luna, le stelle, e i pianeti, la grande terra, montagne e fiumi, tutti gli
alberi e le erbe, uomini cattivi e uomini buoni, cose cattive e cose buone, paradiso e
inferno; sono tutti nel mezzo della vacuità. Anche la vacuità della natura umana è come
questo. Il principio yin-yang non è, perciò, quello che noi ordinariamente chiameremmo
un dualismo, ma piuttosto una dualità esplicita che esprime una implicita unità. I
due principi sono non opposti come Ahura Mazda e Ahriman della religione
Zoroastriana, ma in amore, ed è curioso il fatto che il loro emblema tradizionale è
quella doppia elica che è al tempo stesso il modello della comunicazione sessuale
e delle galassie a spirale. (Yang e Yin sono opposti in amore)
La visione yin-yang del mondo è serenamente ciclica. La fortuna e la sfortuna, la
vita e la morte, sia in piccola che su larga scala, vanno e vengono continuamente
senza un inizio e una fine, e tutto il sistema viene protetto dalla monotonia per il
fatto che, proprio nello stesso modo, il ricordare si alterna con il dimenticare.
Questo è il Bene del bene-male... Se tu non puoi aver fiducia nella natura e nelle
altre persone, non puoi aver fiducia in te stesso. Se non puoi aver fiducia in te
stesso non puoi nemmeno aver fiducia nella tua sfiducia in te stesso – cosicché
senza questa fiducia di base in tutto il sistema della natura tu sei semplicemente
paralizzato. Perciò Lao-tzu fa dire al saggio, in quanto legislatore.
Io non agisco e il popolo viene modificato.
Io godo della pace e il popolo diviene onesto.
Io non uso la forza e il popolo diviene ricco.
Io non ho ambizioni e il popolo ritorna al bene e alla vita semplice.
Significa rendersi conto che noi stessi e la natura siamo un unico e stesso
processo, che è il Tao.
Dobbiamo dunque riesaminare la nostra posizione. Forse lo stupore umano di fronte alla
vastità dello spazio non è che la meraviglia dell’uomo di fronte a se stesso.1
Visione Organica (Velo di Indra)
Questo concetto si ritrova anche nel buddista Fa-tsang (643-712 d.C.) della
scuola mahayanica Hua-yen, la cui immagine dell’universo era una
pluridimensionale rete di gioielli, ognuno dei quali conteneva il riflesso degli altri,
all’infinito. Ogni gioiello era un shih, o “cosa-evento” ed il suo principio (è che tra
una cosa-evento ed un altro non vi è ostruzione) interpretava la reciproca
interpenetrazione ed interdipendenza di ogni cosa che accade nell’universo.
Prendi un filo d’erba e tutti i mondi verranno con esso. (Visione Organica)
In altre parole, l’intero cosmo è implicito in ogni suo membro, ed ogni punto in
esso deve esserne considerato il centro.
Tuttavia, un approccio letterario ed accademico nei confronti del Tao non può
darne l’essenza, cosicché per capire quanto segue, il lettore deve essere in un
appropriato stato mentale. Vi si chiede - temporaneamente, certo – di lasciare da
parte tutte le vostre opinioni filosofiche, religiose e politiche per diventare quasi
come un bambino, che non sa niente.
Niente, cioè, tranne quello che adesso realmente ascoltate, vedete, sentite, e odorate.
Pensate che non state andando in altro posto che qui, e che non c’era, c’è o ci sarà altro
tempo che non adesso. Semplicemente, siate consapevoli di quello che realmente è senza
dargli un nome e senza giudicarlo, perché voi adesso state sentendo la realtà stessa
invece delle idee e delle opinioni che la riguardano. Non vale la pena di cercare di
sopprimere il balbettio delle parole e delle idee che continuano in molti cervelli adulti,
perciò se non si fermerà, lasciatelo andare come vuole, ed ascoltatelo come se fosse il
rumore del traffico o il chiocciare delle galline.
Lasciate che le vostre orecchie ascoltino quello che vogliono ascoltare; lasciate che i
vostri occhi vedano qualunque cosa vogliano vedere; lasciate che la vostra mente pensi
qualunque cosa voglia pensare; lasciate che i vostri polmoni respirino seguendo il proprio
ritmo. Non aspettatevi nessun risultato speciale perché in questo stato senza parole e
senza idee, dove può essere passato e futuro, e dove una qualunque nozione di scopo?
Fermati, guarda, e ascolta... e aspetta un po’ prima di andare avanti nella lettura.
Seguirà critica interlineare del sottoscritto. Iniziate la lettura critica e se vi gusta,proseguite. In caso contrario, archiviate. Anche questo è taoismo.
La polarità Yin-Yang
È proprio nelle radici del pensare e del sentire dei cinesi, che risiede il principio
della polarità, principio che non si deve confondere con le idee di opposizione o di
conflitto. (Per un cinese sarebbe incomprensibile pensare che le polarità di
opposti siano tra loro in opposizione) Le diverse polarità della vita sono aspetti
differenti di uno stesso sistema, e lo scomparire di uno dei due significherebbe lo
scomparire dello stesso sistema.
Gli idealisti (nel senso morale del termine) considerano l’universo come qualcosa
di differente e separato da se stessi – cioè un sistema di oggetti esterni che hanno
bisogno di essere soggiogati. I taoisti, invece, vedono l’universo in quanto stessa
cosa, o inseparabile da se stessi – ed è per questo che Lao-tzu può dire:
Senza uscire dalla porta
conoscere il mondo.
Senza spiare dalla finestra
vedere la via del cielo.
Più lontano si va,
meno si sa.
Perciò il saggio non viaggia, eppure sa;
non guarda, eppure comprende;
non fa, eppure compie.
Da questo punto di vista, la tecnologia è distruttiva soltanto nelle mani di coloro
che non si rendono conto che essi sono l’unico e lo stesso processo dell’universo.
La nostra super-specializzazione nell’attenzione cosciente ed il nostro pensiero
lineare ha lasciato nell’abbandono, o nell’ignoranza, i principi fondamentali ed i
ritmi di questo processo, il cui principale è la polarità.
In cinese i due poli dell’energia cosmica sono yang (positivo) e yin (negativo) ed i
loro segni convenzionali sono rispettivamente una linea continua e una spezzata.
Gli ideogrammi indicano le parti al sole e all’ombra di una collina. Tra i due poli
vi è una relazione reciproca di inseparabilità.
Chi conosce il (suo lato) maschile
Ma conserva il (suo lato) femminile2
Diventa l’impluvio del mondo.
Essendo l’impluvio del mondo,
la virtù non lo abbandona mai;
ritorna allo stato di infante.
Chi conosce il bianco
Ma si attiene al nero
Diventa il modello del mondo.
Essendo il modello del mondo,
la virtù non gli difetta mai;
ritorna all’illimitato...
Tutti sanno che il bello è bello, e da ciò conoscono il brutto;
tutti sanno che il buono è buono, e da ciò conoscono il non buono; perché
Essere e non-essere si generano l’un l’altro,
difficile e facile si completano l’un l’altro,
lungo e corto si confrontano l’un l’altro,
alto e basso si convertono l’uno nell’altro,
suono e voce si armonizzano l’un l’altro,
prima e dopo si seguono l’un l’altro.
Perciò il saggio si attiene alla pratica del non-fare ed esercita un insegnamento senza
parole. Tutte le cose nascono, ed egli non le rifiuta; vivono, ed egli non se ne
appropria; esistono, ma non vi fa affidamento. Nell’opera compiuta non dimora.
E appunto perché non vi dimora,
non ne viene mai mandato via.
Essi sono perciò come le differenti, ma inseparabili, facce di una medaglia, i poli
di un magnete, la pulsazione e l’intervallo in ogni vibrazione. Essi sono assai più
come due amanti abbracciati che non due contendenti in lotta. Tuttavia è difficile,
nella nostra logica, vedere che l’essere e il non-essere sono reciprocamente
generativi e reciprocamente di sostegno, perché questo costituisce il grande ed
immaginario terrore dell’uomo occidentale che il niente sarà la fine permanente
dell’universo. Non afferriamo facilmente il fatto che il vuoto è creativo, e che
l’essere viene dal non-essere come il suono dal silenzio e la luce dallo spazio.
Questo spazio non è il “niente” come noi comunemente diciamo, poiché io non
posso sfuggire dal senso che lo spazio e la mia consapevolezza dell’universo siamo
la stessa cosa, e richiamo alla mente le parole del patriarca Ch’an (Zen) Hui-neng.
La capacità della mente è ampia e vasta, come l’ampio cielo. Non startene a sedere con
la mente fissa sulla vacuità. Se lo fai tu cadrai in un neutro genere di vuoto. La vacuità
include il sole, la luna, le stelle, e i pianeti, la grande terra, montagne e fiumi, tutti gli
alberi e le erbe, uomini cattivi e uomini buoni, cose cattive e cose buone, paradiso e
inferno; sono tutti nel mezzo della vacuità. Anche la vacuità della natura umana è come
questo. Il principio yin-yang non è, perciò, quello che noi ordinariamente chiameremmo
un dualismo, ma piuttosto una dualità esplicita che esprime una implicita unità. I
due principi sono non opposti come Ahura Mazda e Ahriman della religione
Zoroastriana, ma in amore, ed è curioso il fatto che il loro emblema tradizionale è
quella doppia elica che è al tempo stesso il modello della comunicazione sessuale
e delle galassie a spirale. (Yang e Yin sono opposti in amore)
La visione yin-yang del mondo è serenamente ciclica. La fortuna e la sfortuna, la
vita e la morte, sia in piccola che su larga scala, vanno e vengono continuamente
senza un inizio e una fine, e tutto il sistema viene protetto dalla monotonia per il
fatto che, proprio nello stesso modo, il ricordare si alterna con il dimenticare.
Questo è il Bene del bene-male... Se tu non puoi aver fiducia nella natura e nelle
altre persone, non puoi aver fiducia in te stesso. Se non puoi aver fiducia in te
stesso non puoi nemmeno aver fiducia nella tua sfiducia in te stesso – cosicché
senza questa fiducia di base in tutto il sistema della natura tu sei semplicemente
paralizzato. Perciò Lao-tzu fa dire al saggio, in quanto legislatore.
Io non agisco e il popolo viene modificato.
Io godo della pace e il popolo diviene onesto.
Io non uso la forza e il popolo diviene ricco.
Io non ho ambizioni e il popolo ritorna al bene e alla vita semplice.
Significa rendersi conto che noi stessi e la natura siamo un unico e stesso
processo, che è il Tao.
Dobbiamo dunque riesaminare la nostra posizione. Forse lo stupore umano di fronte alla
vastità dello spazio non è che la meraviglia dell’uomo di fronte a se stesso.1
Visione Organica (Velo di Indra)
Questo concetto si ritrova anche nel buddista Fa-tsang (643-712 d.C.) della
scuola mahayanica Hua-yen, la cui immagine dell’universo era una
pluridimensionale rete di gioielli, ognuno dei quali conteneva il riflesso degli altri,
all’infinito. Ogni gioiello era un shih, o “cosa-evento” ed il suo principio (è che tra
una cosa-evento ed un altro non vi è ostruzione) interpretava la reciproca
interpenetrazione ed interdipendenza di ogni cosa che accade nell’universo.
Prendi un filo d’erba e tutti i mondi verranno con esso. (Visione Organica)
In altre parole, l’intero cosmo è implicito in ogni suo membro, ed ogni punto in
esso deve esserne considerato il centro.
Tuttavia, un approccio letterario ed accademico nei confronti del Tao non può
darne l’essenza, cosicché per capire quanto segue, il lettore deve essere in un
appropriato stato mentale. Vi si chiede - temporaneamente, certo – di lasciare da
parte tutte le vostre opinioni filosofiche, religiose e politiche per diventare quasi
come un bambino, che non sa niente.
Niente, cioè, tranne quello che adesso realmente ascoltate, vedete, sentite, e odorate.
Pensate che non state andando in altro posto che qui, e che non c’era, c’è o ci sarà altro
tempo che non adesso. Semplicemente, siate consapevoli di quello che realmente è senza
dargli un nome e senza giudicarlo, perché voi adesso state sentendo la realtà stessa
invece delle idee e delle opinioni che la riguardano. Non vale la pena di cercare di
sopprimere il balbettio delle parole e delle idee che continuano in molti cervelli adulti,
perciò se non si fermerà, lasciatelo andare come vuole, ed ascoltatelo come se fosse il
rumore del traffico o il chiocciare delle galline.
Lasciate che le vostre orecchie ascoltino quello che vogliono ascoltare; lasciate che i
vostri occhi vedano qualunque cosa vogliano vedere; lasciate che la vostra mente pensi
qualunque cosa voglia pensare; lasciate che i vostri polmoni respirino seguendo il proprio
ritmo. Non aspettatevi nessun risultato speciale perché in questo stato senza parole e
senza idee, dove può essere passato e futuro, e dove una qualunque nozione di scopo?
Fermati, guarda, e ascolta... e aspetta un po’ prima di andare avanti nella lettura.
lunedì 26 agosto 2013
stand by me
Scartabellando tra i blogs - dopo averne trovato uno anarchico con annessa educazione libertaria - l'universo provvede con questa stand by me, meravigliosa anche perché in stile anywhere.
Trovata sul blog di alice, pure linkato qui.
Trovata sul blog di alice, pure linkato qui.
no matter who you are..that's really pure taoism. it's no matterness, that is.
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lunedì 19 agosto 2013
taoismo e comunicazione
Ancora una volta un frammento di un commento può costituire momento di riflessione e oggetto quindi di un nuovo post.
Invece non sono convinta che i desideri si avverino in automatico, purché vi indirizziamo energia.
Al di là dei fattori più o meno inconsci di autosabotaggio che si verificano, penso semplicemente che la realtà sia coocreata con l'Universo. Noi ci possiamo mettere il nostro, ma non possiamo fare tutto da soli.
Al di là dei fattori più o meno inconsci di autosabotaggio che si verificano, penso semplicemente che la realtà sia coocreata con l'Universo. Noi ci possiamo mettere il nostro, ma non possiamo fare tutto da soli.
Come ho già sottolineato più volte, mi definisco taoista post moderno (non per iniziazione o conoscenza o per magia cosmica o interposta grazia). Che cosa c'entra il taoismo con questo frammento preso a prestito da un commento?
La scrittura, a volte,incarna quello spirito vitale,intuitivo,una specie di grazia (nel contesto cristiano) che scorre semplicemente, attraversando gli animi umani che incontra, come l'acqua scorre nelle fenditure di una roccia, libera.
Tuttavia come non può darsi un nome a tutto questo processo - taoismo è una contraddizione in termini e quindi un koan per chi vuole riflettere, in stile buddhismo zen - così la scrittura genera interrogativi e stili indipendenti, a volte misteriosi, così come un flusso d'acqua che scorre produce senza pretesa di organicità altri sottili e vitali rigagnoli. Qui si è dato un altro koan - sottile, vivace - un desiderio d'espressione:
Noi ci possiamo mettere il nostro, ma non possiamo fare tutto da soli.
Dal punto di vista occidentale, una sfida alla bivalenza; dal punto di vista orientale (oppure semplicemente per chiunque sia attento ai dettagli, al fluire della vita) una contraddizione in termini: essere soli è come pretendere di ridere senza pubblico; come dunque immaginare ed agire solo animati da questo? Eppure tutto l'individualismo liberale sembra costituirsi in questo dogma universale. Da una critica ad un post, un'opinione liberamente espressa è nato un nuovo koan che nulla ha da rimpiangere ai classici della colomba dentro la bottiglia o il suono del battito di una sola mano.
Eppure dal mio post non emerge contraddizione con quanto affermato. Ne traggo un'indicazione: la scrittura è un labirinto, un frattale a cui dare un senso è opera senz'altro postuma. Spero che qualcuno, passando di qui, ne tragga giovamento.
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