sabato 1 dicembre 2018

I tre giorni del condor

Visto  e rivisto. Rivedibile,infine. E quanto s'aggiusta in divenire, poi diverge all'orizzonte. Mi solletica il dialogo finale tra il Condor e il sicario francese Jubert:

 "Nel mio lavoro non chiedo mai il perché. Nel mio lavoro le domande che faccio riguardano il quando, il dove qualche volta. Ma sempre il quanto. [...] Personalmente preferisco l'Europa. Vedi, il fatto è che il mio lavoro non è poi malvagio, capisci? Alla fine c'è sempre qualcuno che paga. Lo trovo troppo stancante... oh no! E' di tutto riposo. E' quasi pacifico. Nessun bisogno di schierarti da una parte o dall'altra. Non sposi nessun causa. Devi aver fede solo in te stesso. E fiducia nella tua precisione". 

Dovrò leggere il romanzo da cui è stato tratto il film (e i giorni son là raddoppiati).


Ho già voglia di fare il sicario contro i cattivi. Però attenzione: chi è il buono e chi il cattivo? Ancora causali convergenze dietro inamissibili compensi dell'umano agire. E sia.

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