lunedì 11 giugno 2012

Socrate? Fuori di testa

Non credevo di apprendere qualcosa di nuovo da un inserto di quotidiano. Ebbene sì, nella biblioteca di repubblica maurizio ferraris racconta Socrate,Platone,Aristotele e la scuola di atene e scrive:

"Indagare se stessi,interrogare se stessi,conoscere se stessi:Socrate sosteneva di sentire la voce di un "demone" che gli parlava,come una sorta di allucinazione uditiva. Quel demone gli diceva se si comportava male e pare appunto che non gli abbia detto niente quando si difese e poi decise di morire:questo quindi lascerebbe supporre che Socrate avesse preso la decisione giusta. Si è cercato di capire cosa fosse questo demone che parlava nelle orecchie di Socrate:qualcuno lo ha spiegato dicendo che i greci (e così anche in epoche più arcaiche,all'epoca di Omero per esempio), avevano ancoa una mente bicamerale,cioè la comunicazione tra i due emisferi del cervello non era ancora selezionata come lo è per noi,e dunque poteva sembrare che qualcuno parlasse dall'esterno,mentre si trattava della coscienza interna. Non mi addentro in queste ipotesi [sic] ,però legata in qualche modo all'ide della mente bicamerale c'è una esperienza molto comune a cui Socrate dava importanza:l'esperienza del dejà vu [...]" (pagg.18-19)

La teoria della "mente bicamerale" non ha statuto scientifico solido per quanto ne sappia (se così non è fatemi sapere). Oggi se qualcuno dice di sentire un demone che gli parla - un'allucinazione uditiva che suggerisce magari in dolby surround una mirabilissima opera filosofica- semplicemente gli viene raccomandata una visita neurologica con vivace consiglio d'un seguito in ambulatorio psichiatrico. La mia teoria è semplice: dopo aver letto le teorie di Socrate (trasmesse da Platone, sia ben chiaro - il suo demone dov'è finito?) posso proporre con relativa tranquillità una diagnosi di psicosi allucinatoria. E la sua opera?  Dovrei torturare il demone - magari farlo sballare un po'. Per quanto riguarda Aristotele - controparte di Platone - mi trovo perfettamente d'accordo con il giudizio espresso da Russell nel suo compendio divulgativo di storia della filosofia: "Quando leggiamo qualche filosofo di rilievo,ma soprattutto quando leggiamo Aristotele,è necessario condurre il proprio studio in due modi:in rapporto ai predecessori del pensatore e in rapporto ai suoi successori. Sotto il primo aspetto,i meriti di Aristotele sono enormi; sotto il secondo,i suoi demeriti sono altrettanto enormi. Quanto ai suoi demeriti, però,i suoi successori sono più responsabili di lui. [...] Concludo che le dottrine aristoteliche di cui ci siamo occupati in questo capitolo [la logica di Aristotele] sono interamente false,ad eccezione della teoria formale del sillogismo,che non ha però importanza alcuna. Qualsiasi persona che oggi desideri imparare la logica perderà il suo tempo leggendo Aristotele o i suoi discepoli. Nondimeno,gli scritti logici di Aristotele dimostrano un'abilità somma,e sarebbe stato utile all'umanità se fossero apparsi in un'epoca in cui l'originalità intellettuale fosse stata ancora attiva. Sfortunatamente apparvero proprio alla fine del periodo creativo del pensiero greco,e quindi furono accettati come dogmi. Al tempo in cui l'originalità logica riprese vita,un regno durato duemila anni aveva reso assai difficile detronizzare Aristotele. In tutta l'epoca moderna,quasi ogni progresso nella scienza,nella logica o nella filosofia,si è dovuto compiere sotto forma di opposizione alle teorie di Aristotele"

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