venerdì 1 giugno 2012

delirio di onnipotenza

Molti dei miei amici hanno gusti un po' particolari. Uno di questi ha il fermo proposito di conquistare il mondo per poterlo - a modo suo - ordinare garantendo così la felicità dell'intero genere umano (ma potrebbe limitare il progetto anche alla sola povera Italia). Le nostre discussioni sono ad un punto morto. Egli si sente il nuovo duce italiano, la nuova luce. Le obiezioni non servono più. Ecco qui un estratto di uno dei suoi "frammenti" oggetto di filosofiche notturne accese reciproche questionature. Ai miei lettori il giudizio finale.

"La natura non può essere corretta dall'esperienza. L'esperienza può essere corretta dalla natura. Grazie alla memoria,ossia alla persistenza del male,noi possiamo agire su di esso,grazi alla persistenza del bene,ossia alla condizione di maggior vigore pervenutaci da altre esperienze di segno positivo:giacché solo queste forze collettive possono supplire a quella che originariamente era una debolezza che,scontrandosi con l'ambiente esterno,è stata insufficiente a plasmarlo secondo la nostra esigenza e dunque ha prodotto una esperienza negativa. Noi non possiamo ricordare quello che ci è riuscito perfettamente , poiché esso non è più presente in noi come elemento da eliminare, ma solo come fisicità da utilizzare:possiamo però ripetere quell'azione perché il nostro corpo mantiene lo stesso livello di virtù e dunque è saggio, se non si è indebolito nel frattmpo ed è dunque divenuto stolto. Esso ha dimenticato la lezione,ossia ha perso vigore nei confronti di asperità esterne che invece si sono ricomposte nella loro forma ed energia dopo che noi le avevamo precedentemente sconfitte. In questo caso noi non ci ricordiamo di quando eravamo forti:perché non lo siamo più, e non si può sentire quello che non si è,ovvero quello che non si fa. Ricordare una esperienza negativa è altrettanto impossibile che ricordarne una negativa [sic]. Semplicemente, noi le ripetiamo fin dove l'elemento esterno è ancora il medesimo. Se vi sono diffrenze nell'oggetto o nel soggetto, non è la stessa esperienza e noi non la "confrontiamo" con la vecchia, perché un confronto è una terza esperienza, un'immagine che ne contiene due,osservata da un altro punto di vista che non potrà mai comprendere tute le peculiarità delle singole immagini ma solo alcuni tratti fondamentali che ne consentano la relazione,e sicuramente non possiamo vivere come due soggetti e quindi assumere contemporaneamente due punti di vista confrontando due immagini l'ultima delle quali stiamo ancora sedimentando,così come è impossibile svolgere operazioni di sistema su un programma ancora in funzione. [...] Tutto quello che subisci per ragioni contingenti,tu non lo meriti. Meriti invece tutto quello che subisci per ragioni intrinseche:nella purezza [sic] infatti ognuno può aver soltanto ciò che merita,in quanto nessuna compagine di soggetti deboli si schiera per sottometterne uno forte, il che rappresenta l'ingiustizia dominante le società promiscue,e chiunque venga sottomesso raggiunge quindi il suo luogo naturale,nel quale egli stesso non trova nulla di ingiusto [sic] [...]"

Una sottomissione come stato di natura? Si avverte il verme inquieto totalitario.
Sognare in ogni caso è una libertà - seppure totalitaria - che possiamo ben augurare al mio amico. Basta che i sogni non divengano guerre e sottomissione giusnaturalista. E sia.


3 commenti:

  1. uhhhhhhhhhhhh noooooooo troppo lungooooooooooo da leggereeeeeeeeeeee

    lu-che non vuole che i suoi commenti risultino troppo seri

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  2. leggitelo con calma non c'è fretta ^^

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  3. nononononono =D

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