sabato 7 settembre 2013

delirio di onnipotenza

Ieri sera ho raccolto l'invito di un mio amico per una cena al ristorante cinese poco distante da casa mia. Avevo preventivato di prepararmi la cena da solo, spulciando qualche improbabile invenzione dietetica  - sono figli di cuochi e quindi virtualmente cuoco; ma le esigenze dell'arrampicata sportiva mal si adattano ai contorcimenti creativi in cucina. Al ristorante ho ordinato insalata mista e verdure alla piastra. Cena frugale, serata tranquilla. Ma poi la svolta. Questo mio simpatico amico ha sviluppato negli anni una personale ossessione filosofica di stampo filo nazifascista; la mia terapia di supporto filosofico ed emotivo evidentemente non è riuscita ad arginare le complicazioni ideologiche della sua dottrina fulminante; neppure mi consola sapere che la componente istituzionale (psicoterapia e farmacoterapia) non ha attenuato il disagio esistenziale. Dovrei continuare come amico che ascolta - non passivamente - a digerire certe uscite dottrinarie razziste e totalitarie? Credo che non sia giusto nei miei confronti. Noto che i sintomi sono peggiorati. Egli crede di essere perseguitato dall'establishment politico giudaico; complotti,tentativi di induzione al suicidio e strumenti di controllo politico che farebbero impallidire il più tenace dei gialli complottisti post moderni. Egli crede che i suoi scritti - già spiati dal supremo ordine modiale ebraico - lo abbiano precipitato nella lista dei sovversivi ricercati. Le su riflessioni sono fortemente autobiografiche e somigliano per certi versi all'anticristo di nietzsche condito con la dualità della razza opposta alle deficienze dei sistemi politici concorrenti - dall'estrema sinistra all'anarchismo (sopra quest'ultimo non posso che osservare la sua ignoranza estrema - ma tant'è). Egli si dichiara pantesita,la legge del più forte (come attributo razziale) come dogma fondante il successivo carattere organico del mondo (al cui vertice è ovviamente lui) attuato pragmaticamente attraverso un ordinamento gerarchico, anch'esso stabilito "per natura". Se si fosse letto stirner - l'unico e la sua proprietà - avrebbe compreso la sua mancanza di originalità. Ma il problema è un altro. Se non riuscirà ad arginare la sua emotività ideologizzata, potrebbe davvero combinare un disastro. Oppure semplicemente potrebbe avere un crollo psichico, come fu per lo stesso nietzsche. Allora che fare? Siamo ad un passo dal delirio di onnipotenza. Un aspetto caratteriale della sua personalità è emerso oggi dirompente, come temevo. Superati certi confini - come nel disturbo narcisistico della personalità - non v'è ritorno ma la condanna all'abisso della follia. Ma forse non è ancora troppo tardi. Attendo suggerimenti costruttivi. Lasciate pure libera la vostra fantasia.

4 commenti:

  1. che incubo di cena....che vuoi fare?
    Forse è da consigliare un buon psicoterapeuta

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    1. gioà ce l'ha. Evidentemente è stato più acuto e furbo di lui.

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  2. C'è del fascino nella follia.... ma solo nel breve periodo e quando non è a noi troppo vicina. Per il resto c'è poco da fare: assecondare la follia , significherebbe far del male all'assecondato; altre azioni, tranne l'ascolto, non sono nelle nostre disponibilità professionali. Forse ascoltare, magari davanti a un buon piatto e nel contempo rinforzare la necessità della cura farmacologica??? Lo psichiatra e lo psicologo che lo seguono forse andrebbero cambiati...

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    1. sottoscrivo. Infine è doveroso ammettere la nostra ignoranza in merito alle cause del disagio esistenziale (sia esso patologico o meramente esogeno)

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