lunedì 26 agosto 2013

the last day: what's up?

Vi siete mai chiesti come sarebbe l'ultimo giorno della vostra vita?  Decidiate di suicidarvi o semplicemente vi ritroviate sterminati dall'ennesimo imbecille ubriaco mentre tranquilli attraversavate sulle strisce pedonali (come ebbe a scrivere Saramago nel suo romanzo cecità, le chiamano zebre ma non c'è niente che somigli meno ad una zebra), l'idea di rappresentare l'ultimo giorno costituisce un ottimo esercizio di prosa letteraria: audace,sincera o romantica; oppure ironica,strappa lacrime senza un perché. C'è un registro per il cuore di ognuno, come fosse il sugo di tutta la storia (ancora lui, e s'è fatto apposta). Musicista ventottenne suicida dalla pietra di bismantova. Avevo già scritto di lui. Vi sono alcune foto del personaggio, come sempre avviene in questi casi, sui soliti quotidiani locali.




Due rappresentazioni fra loro apparentemente contraddittorie. Una maschera felice ed un appunto critico che lascia pochi dubbi (una nota di colore critico; era un musicista).
Così fu scritto: "Dopo il suicidio di una reggiana di 43 anni, la Pietra di Bismantova miete una nuova vittima. Si tratta di un reggiano di 28 anni, musicista in una band locale e insegnante di chitarra al Cepam, Davide Stefani (profilo Facebook), conosciuto dagli amici come "Tiffo", il quale domenica ha raggiunto con la propria Fiat Punto il piazzale della Pietra ed è salito sulla sommità con l’intenzione di uccidersi senza tuttavia lasciare alcun messaggio ai familiari."

Sulla pulzella scriverò - forse - in altro post; dall'articolo pare che i reggiani siano abbonati ad una certa insalubre mietitura. Davide aveva ventotto anni. Troppo giovane. Ed era intriso di musica. La musica è come la meditazione; regala una sensibilità affilata,precipua e perspicua. Comunicare attraverso la musica è parlare secondo il proprio diretto registro personale. L'ascolto è tutt'altro; il giorno prescelto è curioso; un fine settimana per un fine vita. Questo implica una riflessione amplificata durante tutta la settimana precedente; ogni gesto portatore d'un simbolismo estremo e come tale relativamente ermetico. Non mi sorprende la mancanza di un messaggio ai familiari. Se si è incapaci di leggere, i messaggi divengono trasparenti. E' la suprema manifestazione del vuoto indifferente e differito spesso dalla volubile umana speranza (dall'indicativo al congiuntivo; separarli non è affar mio - ma del post moderno). Depressione? Non so rispondere, non ho conosciuto il prescritto. Sì, la vita in prescrizione per mancanza di diritto etico. In materia di prescrizione, il mio paese è maestro.

"Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il musicista si sarebbe gettato dalla rupe intorno alle 11. Le ricerche sono terminate verso le 12 con il rinvenimento della salma. Sulle cause della morte gli inquirenti non hanno dubbi: si è certamente trattato di un suicidio. "

Un suicidio di buon mattino; un'ultima colazione, senz'altro squisita - una beffa per converso. Silenziosa con l'accento di un sicuro aforisma dedicato al post mortem. Si è certamente trattato di un suicidio. E invece no. Le cause della morte ripiegano altrove; prima di andarsene occorre separarsi, morire una prima volta; iniziare una nuova vita post mortem, appunto. Una vita i cui particolari risaltano iridescenti, sottolineati dalla gaia consapevolezza che solo una quieta separazione può alimentare.
I navigati post mortem si possono riconoscere; occorre spietato discernimento dei particolari, compito arduo ma non impossibile; figurarsi il trascorso, il fu civile e barbaro del disatteso.
Possiamo convivere con queste persone attraverso piani sovrapposti, traslucidi; ma non si potrà pretendere un'adiacenza cospicua. Da post mortem si può vivere un'esistenza perfino migliore della precedente anche se l'eventualità è piuttosto rara, almeno secondo la mia esperienza.
In definitiva un morto che cammina calpesta nuovamente la sua intera esistenza, senza inciampare nel passato. A quello pensano i vivi disaccorti, oppure i depressi e gli innamorati caduti. Pace all'anima loro, si riconoscano vivi quanto basta per un prossimo funerale decente. E sia.

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