martedì 13 agosto 2013

persone fortunate ma non troppo

Ieri visita alla mia amica Federica, temporaneamente ricoverata in ospedale ma non in pericolo di vita. Rivedere lo spazio angusto di quelle stanze costituisce in me l'idea di un modello realificato dei social network: identico valore insipido e asettico dei locali, cibo il cui grado di appetibilità è proporzionale al disgusto mentale del momento; il tempo quasi congelato cola goccia a goccia quasi il procedere dei momenti fosse rinchiuso in una clessidra d'altri tempi. E nell'incedere dei discorsi, intrisi di un'amicizia dettata anche da una passata intima vicinanza (sostanzialmente intima, per i più invidiosi focosi) le mie perprlessità si attorcigliano intorno ad una persona amica (almeno sul piano teoretico; meditare sul dettaglio non scevro da aporie antropologiche) istituzionalmente dichiarata disturbata. Aggiungo viziata e praticamente accondiscendente verso quel certo piano empirico sociale che molti non riterrebbero - falsamente - soddisfacente. In breve, poco lavoro molto movimento, una ragazza in movimento apprensivo, sesso droga e rock'n'roll. Carburante,bollo e assicurazione pagati. Così è, se vi pare.
Se questo è il prezzo da pagare, io non pago e mi defilo.

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