domenica 25 agosto 2013

Tolstoj e istruzione pubblica

"Nell'ottobre 1854 Tolstoj, insieme ad altri ufficiali d'artiglieria,aveva progettato un periodico militare; ma il ministro della guerra negò il permesso di pubblicarlo. Tolstoj si rivolse allora alla rivista "Sovremennik", proponendo di inviare corrispondenze mensili da Sebastopoli - sue e degli altri ufficiali che avrebbero dovuto collaborare al periodico progettato. Il direttore di "Sovremennik", Nekrasov,accettò di buon grado:ma nel frattempo gli altri ufficiali si erano disinteressati all'idea, e Tolstoj si mise al lavoro da solo. Cominciò a scrivere il primo racconto il 27 marzo 1855 (stando al diario), a Bel'bèk,dove era di stanza con la sua batteria - a pochi chilometri dalla cinta di Sebastopoli. Il 29 marzo fu trasferito a Sebastopoli,e lì ultimo il racconto, il 25 aprile - nel culmine d'un suo periodo di fervore patriottico-militaresco. Il racconto fu subito inviato a Pietroburgo,al "Sovremennik", che lo pubblico al numero sei,due mesi più tardi,con le sole iniziali dell'autore, e con una nota in cui la redazione esprimeva il proprio compiacimento per l'occasione di pubblicare una corrispondenza di guerra di "questo scrittore,che in tutto il nostro pubblico ha saputo suscitare tanta simpatia e curiosità nei propri riguardi,con le sue precedenti opere: infanzia,adolescenza,l'incursione e memorie d'un marqueur". Qualche settimana prima della pubblicazione,il testo fu inviato da un redattore del "Sovremennik" allo zar Alessandro II, che se ne dichiarò entusiasta e ne ordinò l'immediata traduzione in francese (apparsa prima della pubblicazione in russo,sul quotidiano di Bruxelles, "Le Nord", 7 luglio 1855)" (note ai testi, tutti i racconti di Lev Tolstoj, volume primo,a cura di Igor Sibaldi, i meridiani collezione; pagg.1180-1181).

Bisogna dunque essere al momento giusto nel luogo giusto? Infervorati d'un certo patriottismo? Vedersi spedire il manoscritto - senza volerlo -  direttamente ad un capo politico? (ieri uno zar, oggi non saprei dire; potrei citare un certo popolo ciellino infervorato per il proprio idolo che telefona, come una persona normale, "uno di noi" - ad una pecorella del gregge). Così, evidentemente Tolstoj - che avrebbe rinnegato il suo patriottismo per un infervorato anarchismo religioso (sarà scomunicato dal sinodo ortodosso e mai ritratterà, nonostante gli appelli fino a poco prima della morte) - ne esce vincitore ma "[...] A Pietroburgo [novembre 1855],frequenta la redazione del "Sovremennik" e vari clubs,ove fa la conoscenza con l'intellighenzia più illustre dell'epoca:scrittori,poeti,direttori di riviste,critici [...] Tutti sono curiosi di conoscere Tolstoj,nuovo e già indubbio talento delle lettere russe; e i più lo trovano antipatico,vanaglorioso,grossolano" (ibid., cronologia opere, pag. LXXXVIII)
Dunque uno zar innamorato di un personaggio giudicato "antipatico,vanaglorioso e grossolano" da una sequela di personaggi rilevanti dell'intellighenzia russa? Interessante. Apprendo, sempre dalla cronologia delle opere, altre curiose accadimentaggini: nel settembre 1874 le "Otecestvennyja zapiski" pubblicano il suo saggio "Sull'istruzione pubblica" la cui tesi centrale è che l'istruzione può essere attuata con reale profitto oer gli allievi unicamente se la si fonda su una indispensabile libertà dell'apprendimento - gli allievi devono essere liberi di scegliere cosa studiare e cosa no, e il docente deve adattarsi alle loro scelte - e che,di conseguenza,l'attuale sistema scolastico è inutile e controproducente. Nel 1872 scriveva "A proposito di questo Abbecedario: il mio ambizioso sogno è questo, che per due generazioni tutti i bambini russi,tanto quelli della famiglia imperiale quanto quelli dei muziki,si formino su questo libro,ne traggano le loro prime impressioni poetiche e io che l'ho scritto possa morire in pace" (lettera a nonna Aleksandrine,primo gennaio 1872). Sul carattere assurdo della scuola, giudizio profetico. Sottoscrivo. Ma non comprendo la necessità di scrivere un abbecedario comprensivo, financo esaustivo; mi sovviene l'analoga opera - insulsa dal punto di vista didattico - del defunto Bourbaki, tanto folle da voler desiderare il fondare l'intera matematica partendo dalle sue basi. Uscito nel novembre 1872, l'Abbecedario di Tolstoj sarà stroncato dalla critica "come opera pedagogicamente inutile,destinata all'oblio. In realtà,nelle sue varie edizioni,l'Abbecedario sarà - con più di un milione di  copie vendute - uno dei maggiori successi tolstoiani" (ibid. cronologia, pag. XCVI). Dalla cronologia emerge un valor medio umano, mi si permetta l'espressione, nullo.

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